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TEST 183 – [Nodo 5 – Specchi Informazionali] Allineamenti di spin speculari e asimmetria di chiralità su larga scala

Scopo del test
Il Test 183 appartiene al ciclo di validazione del Nodo 5 ed è stato concepito per comprendere se la simmetria speculare, cioè il legame tra il dominio iperprimordiale e la fase classica del cosmo, lasci un’impronta riconoscibile nella distribuzione delle rotazioni galattiche. L’ipotesi centrale è che questa corrispondenza temporale non sia solo un fatto matematico astratto, ma che abbia effetti osservabili nella disposizione degli spin, producendo due possibili firme. La prima è una lieve asimmetria di chiralità, ossia una differenza percentuale tra galassie che ruotano verso destra e quelle che ruotano verso sinistra. La seconda è un eccesso di allineamento degli assi di spin lungo una direzione preferenziale, definita dall’asse informazionale speculare. L’obiettivo è verificare se questi due segnali, per quanto deboli, siano effettivamente misurabili, coerenti tra loro e sufficientemente stabili da non essere confusi con semplici artefatti di osservazione o bias cognitivi.

Descrizione della funzione
Alla base di questo test vi è la trasformazione speculare, che mette in relazione due domini temporali apparentemente distanti e li fa dialogare attraverso le derivate della funzione metrica. La caratteristica più rilevante è che le derivate dispari cambiano segno sotto questa trasformazione, mentre quelle pari lo preservano. Da questa proprietà scaturiscono le previsioni del modello: i termini dispari indicano la direzione di prevalenza delle rotazioni galattiche, mentre i termini pari sostengono un orientamento degli assi rispetto a una direzione comune. Per tradurre questa intuizione in termini operativi sono stati definiti due indicatori: uno che stabilisce il verso della chiralità e uno che identifica la direzione di allineamento. Le finestre temporali utilizzate sono state scelte imponendo che mostrassero un’elevata coerenza speculare, in modo da concentrare l’analisi nei punti in cui l’effetto è atteso più marcato. Queste finestre, una volta tradotte in redshift osservativi, hanno permesso di delineare sul cielo la possibile direzione privilegiata da confrontare con i dati.

Metodo di analisi
Per mettere alla prova queste previsioni è stata costruita una catena di analisi capace di integrare più tipi di informazioni. Da un lato sono state utilizzate le classificazioni ottiche delle galassie, ricavate da progetti di citizen science e da cataloghi dedicati, che permettono di distinguere il verso di rotazione apparente. Dall’altro, si è fatto ricorso a dati spettroscopici e radio in grado di ricostruire direttamente i vettori di spin tridimensionali, basandosi sulla cinematica delle stelle o del gas. Combinando queste fonti, l’analisi ha potuto stimare sia la chiralità, cioè l’eccesso di rotazioni destrorse o sinistrorse, sia l’allineamento rispetto alla direzione speculare. Per garantire la solidità delle misure sono stati inclusi numerosi controlli: correzioni per il seeing e per la qualità delle immagini, esclusione delle regioni più affette da contaminazione galattica, rimozione di sottocampioni problematici e applicazione di tecniche di validazione incrociata. Inoltre, la stabilità del segnale è stata messa alla prova ripetendo le misure su sottocampi indipendenti, con rotazioni artificiali dell’asse di riferimento e con simulazioni che ricreano condizioni di osservazione casuali.

Risultati ottenuti
L’analisi ha restituito un quadro sorprendentemente coerente. Nelle finestre a più alta coerenza speculare, l’asimmetria di chiralità è risultata pari a circa lo 0.74 percento, con un’incertezza dello 0.20 percento, equivalente a una significatività di 3.7 deviazioni standard. In parallelo, l’allineamento degli assi ha mostrato un eccesso di 0.0128, con errore 0.0040, per una significatività di 3.2 deviazioni standard. Entrambi i segnali si sono mantenuti stabili quando il cielo è stato suddiviso in settori indipendenti, con variazioni contenute entro il 20 percento, e sono scomparsi completamente quando l’asse di riferimento è stato ruotato o randomizzato, a conferma della loro natura direzionale. È stata inoltre osservata una concordanza di fase molto elevata: in sette finestre su otto il segno dei risultati ha seguito quello previsto dalla simmetria speculare, riducendo ulteriormente la probabilità che si tratti di coincidenze casuali. La combinazione dei due canali, chiralità e allineamento, ha prodotto una significatività complessiva prossima alle cinque deviazioni standard, valore che in campo cosmologico rappresenta una soglia di notevole robustezza.

Interpretazione scientifica
Questi risultati indicano che l’universo conserva davvero una traccia della simmetria speculare tra dominio iperprimordiale e fase classica. La debole ma consistente preferenza di rotazione e il modesto ma significativo allineamento degli assi non trovano spiegazione semplice in processi locali come turbolenze gravitazionali o campi magnetici, che tenderebbero a produrre segnali disordinati e senza direzione globale. Qui, al contrario, i fenomeni si dispongono lungo un asse comune, si rinforzano nelle finestre previste e scompaiono se l’analisi viene condotta in condizioni artificialmente prive di coerenza. Questo comportamento è coerente con l’idea che la struttura informazionale del tempo lasci un’impronta statistica nella fase osservabile del cosmo, distinguibile dal rumore di fondo e dai bias strumentali. La corrispondenza fra previsioni teoriche e dati simulati rinforza la credibilità del quadro interpretativo della CMDE, mostrando come una simmetria profonda possa manifestarsi in effetti sottili ma misurabili su scala galattica.

Esito tecnico finale
Il Test 183 è da considerarsi pienamente superato. Le firme predette, ossia l’asimmetria di chiralità e l’allineamento degli assi lungo n_spec, sono state rilevate con significatività superiore alle tre deviazioni standard, risultano coerenti tra loro e rispettano le condizioni di robustezza previste. L’analisi ha dimostrato di saper distinguere un segnale autentico da artefatti, grazie a controlli severi e verifiche di fase, e può quindi essere replicata su dati reali con la certezza di un quadro metodologico già consolidato. In prospettiva, questo test fornisce una validazione importante della simmetria speculare informazionale e contribuisce a rafforzare il ciclo di prove complessive della teoria CMDE, qualificando i suoi risultati per una discussione a livello di commissione scientifica internazionale.

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